L’Italia e Londra pionieri del Wi-Fi smart con Open Roaming: l’intervista di Enrico Pagliarini

In questa intervista con Enrico Pagliarini, Giovanni Guerri racconta come Open Roaming stia riscrivendo le regole dell’accesso alle reti pubbliche, portando sicurezza, semplicità e continuità d’uso a un livello mai visto prima.

Il progetto, nato all’interno della Wireless Broadband Alliance, punta a creare una vera federazione globale delle reti Wi-Fi, dove gli utenti possano connettersi automaticamente e in totale sicurezza, come avviene oggi con le reti mobili.

Un dialogo che fa il punto sul presente e sul futuro del Wi-Fi, tra innovazione, sostenibilità digitale e una visione davvero smart del mondo connesso.

Ascolta l’intervista

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E.P:

Adesso invece vorrei parlare di wifi, è da un po che non ne parliamo, ci sono delle evoluzioni tecnologiche, però adesso vogliamo parlare di un progetto che non è nuovissimo ma che è ancora, potremmo dire, all’anno zero.

Che si chiama open roaming sulle reti wifi.Saluto Giovanni Guerri che è il fondatore nonché l’amministratore delegato di Guglielmo, Una società che è specializzata in reti wifi, si occupa della gestione delle reti wifi.Grazie di essere con noi.

Benvenuto.

G.G.:

Grazie a voi per l’invito.

E.P:

Open roaming, che cos’è e che cosa c’entra il wifi?

G.G.:

Beh, open roaming.È un progetto che nasce in seno alla wireless broad and Alliance, che ambisce a creare una Federazione tra tutte le reti wifi del mondo.Quindi l’idea è che qualsiasi utente che disponga di determinate caratteristiche, quindi un profilo specifico, possa accedere alle reti wifi in giro per il modo esattamente come si accede alle reti cellulari.

E.P:

Quindi una volta che io così appunto come dici tu che una volta che io ho accesso a una rete cellulare mi posso muovere ovunque e non mi accorgo quasi che mi attacco ad una rete che magari è diversa da quella del mio operatore quindi mi stai dicendo che se uno è agganciato ad una rete che fa parte?

A parte della di questo progetto, open roaming si sposta da un posto all’altro e non deve più cercare la rete, connettersi, avere la password e bla bla bla, giusto?

G.G.:

Assolutamente, assolutamente.Questi erano i grandi limiti delle reti wifi pubbliche, quindi l’idea di dover avere una esperienza utente molto scarsa con la registrazione ad un portale e sempre diverso in funzione di dove ti trovavi, quindi queste limitazioni vengono completamente superate.

Inoltre viene introdotta viene introdotto l’accesso a reti cifrate, quindi sicure, mentre sappiamo tutti che le reti wifi oggi sono aperte e quindi anche dal punto di vista della cyber sicurezza possono esserci dei problemi.O per roaming risolve anche questo tipo di problematiche.

E.P:

Allora, ammesso che io possa andare, ce ne sono ancora poche.Diciamo che in Italia ne esistono due, la vostra è quella di un vostro, non so se competitor o amico di di.Insomma un’azienda che.

G.G.:

Fa competitor e amico.

E.P:

Perfetto.Insomma, siamo ancora agli agli inizi, anzi, tu dicevi siamo all’anno zero, fondamentalmente, ma anche nel mondo ci sono ancora poche di queste reti.

Però, ammesso che io abbia accesso ad una di queste reti, ma che cosa devo fare per abilitarmi, cioè abilitare il mio profilo e quindi registrarmi su questa rete?.

G.G.:

Molto semplice, gli operatori come noi mettono a disposizione dei portali a cui si può accedere anche da casa, naturalmente non quindi necessariamente nella location di cui stiamo parlando.

Su questi portali ci si registra, si scarica un profilo che è un file che potrei definire una sorta di Sim virtuale.Questo profilo è in grado di riconoscere in tutto il mondo le reti che hanno aderito ad open roaming e quindi di autenticarmi immediatamente senza bisogno.

Né di selezionare la rete, né di preoccuparmi della qualità del segnale che sto ricevendo in quel momento, viene tutto gestito automaticamente.

E.P.

Quindi se tutte le reti wifi facessero, se non proprio tutte, però diciamo la maggior parte delle reti wifi in ambito pubblico, quelle che che ne so che troviamo in biblioteca, negli hotel, negli aeroporti eccetera eccetera, aderissero a open roaming, cioè ci dimentichiamo di accedere alle reti, mettere le password eccetera eccetera.

G.G.:

Esattamente questa è l’ambizione, legittima peraltro, del progetto OPEN roaming, su cui noi personalmente crediamo molto e su cui stiamo lavorando da tempo, perché effettivamente è l’unico modo, credo di poter rilanciare il il senso stesso delle reti wifi pubbliche.

E.P.

Senti però, che senso ha oggi usare il wifi pubblico quando sul nostro smartphone abbiamo decine se non centinaia di di giga a disposizione in quattro G 5?Due g in un ormai sono quasi insomma alcuni anni in un’Europa Unione europea che mi permette anche di usare alcuni giga quando sono in roaming in un’altro paese, sul mio telefonino, sul mio qualsiasi altro terminale che sia tablet o computer e questo.

G.G.:

È è un’ottima domanda, naturalmente i temi sono tre.Il primo che vabbè, lasciami dire scherzando che per un’adolescente medio I giga non sono mai abbastanza, quindi la ricerca del Wifi è è sistematica, ma soprattutto capita a tutti di trovarci in zone dove le reti cellulari non sono effettivamente performanti, come possiamo trovare nelle grandi città o negli spazi aperti, e penso sia capitato a tutti di non avere il segnale cellulare all’interno di un ristorante o di uno spazio chiuso quindi

E in questi casi il Wifi è un ottimo complemento alle reti cellulari.

Anzi, potremmo estremizzare il concetto dicendo che il Wifi deve essere un complimento alle reti cellulari.E il terzo tema è quello legato chiaramente al traffico internazionale, perché in generale, sebbene anche all’estero i giga siano disponibili tipicamente chi viaggia.

Abbastanza è propenso ad utilizzare le reti wireless, quindi il significato, e noi lo vediamo anche dei dati statistici che abbiamo su, inoltre sui nostri oltre 40.000 Access point, dimostrano un utilizzo comunque abbastanza regolare.

E.P.:

Certo poi insomma è ovvio che quando siamo in in un hotel o in qualsiasi altro luogo, spesso ci si cerca la rete Wifi per per mille motivi, non ultimi quelli che ricordavi tu, cioè ti ho fatto la domanda, ma io stesso uso spesso reti wifi anche se come ci dicevi tu alcune reti bisognerebbe non fidarsi troppo, ecco di andare su alcune reti, giusto?

G.G.:

Assolutamente, infatti la questione della sicurezza è centrale nel caso di open roaming, perché appunto le reti che vengono trasmesse sono assolutamente cifrate, mentre le reti wifi pubbliche a cui siamo abituati sono reti aperte.

Il captive portal serve in effetti, sebbene non sia pratico dal punto di vista di utilizzo, serve un pochettino per garantire la sicurezza dell’utente, ma di fatto uccide l’esperienza utente.Lasciare una rete completamente aperta viceversa apre un grave problema di sicurezza, quindi di intrusione, che io sconsiglio personalmente e quindi diciamo che

quello che è interessante di open roaming e che risolve veramente i due gravi problemi del wi fi pubblico, forse mi ripeto, ma praticità d’uso e sicurezza sono centrali nel fare in modo che le reti wi fi possano progredire com’è stato fino a qualche anno fa.

E.P.:

Si si il captive portal, e lo ricordiamo, è quella pagina Internet a cui accediamo spesso in maniera automatica quando ci connettiamo ad una rete pubblica, che ne so, in un hotel ad esempio, oppure anche in uno spazio pubblico in un centro commerciale in cui ci chiedono.

Un minimo di credenziali a volte ci viene chiesta anche solo la email, però è è quella pagina lì che effettivamente a volte ci fa cambiare idea dice vabbè dai uso il cellulare e via perché non voglio dare nessun dato.

Senti ma c’è qualcuno che paga?Cioè le reti wifi pubbliche sono di fatto oramai considerate gratuite, cioè non c’è nessuno immagino che paga per usare delle reti wifi, giusto?

G.G.:

No, no che le reti wifi sono gratuite, forse in qualche hotel esistono ancora e servizi o negli aeroporti servizi in parte gratuiti e a pagamento per avere magari maggiore banda, maggiore velocità, però in generale direi che il 99% delle reti sono completamente gratuite.

E.P.:

Si, e allora chi paga per queste reti?

G.G.:

In generale paga il proprietario della location, che può essere un comune, può essere una catena di negozi, può essere un albergo.In generale sono loro che pagano per avere un servizio wifi di qualità.

E.P.:

Certo, per dare un servizio fondamentalmente.

G.G.:

Esattamente.

E.P.:

Ma ci sono anche alcune reti wifi che servono anche per raccogliere dati, ovviamente in linea con quello che ci dice la legge sulla privacy GDPR, però si possono raccogliere.

Gliela dati, che tipo di dati si possono raccogliere?

G.G.:

Beh, tipicamente dati di presenza.Quindi la tua presenza in un luogo quanto tempo rimani Quante volte ritorni In questo caso il Wifi è uno strumento straordinario perché avendo un raggio di copertura limitato è in grado di individuare con un’ottima precisione se tu ti trovi in un luogo e quanto tempo rimani all’interno di questo luogo.

Questo lo rende uno strumento interessante dal punto di vista del business per il Retailer, per la grande distribuzione.Avere queste informazioni sul comportamento fisico dei clienti chiaramente abilita la possibilità di essere molto efficace dal punto di vista della comunicazione dell’engagement in generale.

Del conoscere i propri, i propri clienti, insomma, se lì in questo senso il Wifi è centrale, certo.

E.P.:

Sì, nel nel corso degli ultimi, non so se due decenni o forse sto esagerando, però negli ultimi anni ho incontrato parecchie o start up o aziende che presentavano progetti di questo tipo, cioè di analisi di mercato, di analisi anche marketing grazie ai dati, spesso anche anonimi, che si possono raccogliere grazie al wifi.

E si sta facendo molto questo o siamo ancora ce ne sono ancora pochi quelli che sfruttano queste caratteristiche, queste potenzialità.

G.G.:

Ma il problema risiede appunto nell’autenticazione, cioè se io come cliente mi devo collegare a una rete che non è pratica in termini di autenticazione e non è sicura, è ovvio che lo faccio molto poco e quindi i dati che poi io posso offrire al retailer sono oggettivamente pochi.

E non mi immagino che un cliente medio, mentre va a fare la spesa, sia disposto a registrarsi un captive portal per poter lasciare i propri dati a disposizione del retailer.

È fondamentale, a questo punto, che il Retailer si affidi a soluzioni come open roaming che permettono.Un accesso pratico e trasparente alla rete e di conseguenza una generazione sistematica dei dati dei propri clienti.

Il limite sta proprio nel processo di on boarding, no sulla rete wi FI.

E.P.:

Sì, sì, certo, tutti gli alberghi dovrebbero essere in open roaming, mi verrebbe da dire.

G.G.:

Assolutamente, questa è la questo è il Santo Graal di open roaming.

E.P.:

Allora non ti ho fatto una domanda che mi ero appuntato, in effetti voi prima ho citato le due reti open roaming in Italia AA Pisa.

E a Reggio Emilia la vostra.Voi avete fatto però una bella esperienza a Londra facendo costruendo una rete Wi FI importante, cosa avete fatto?

G.G.:

Sì, beh, diciamo che Londra si è resa conto di avere all’interno della propria municipalità tantissime reti Wi-FI aperte che gli utenti utilizzavano sempre meno per le ragioni di praticità e sicurezza di cui vi parlavo.

Quindi si sono interrogati su come poter attualizzare il processo di autenticazione degli utenti, hanno individuato, come credo giustamente gli sia stato suggerito in open roaming la soluzione corretta, hanno indetto una gara pubblica, noi abbiamo avuto la la fortuna e le la bravura forse anche di di vincere questa gara e abbiamo in questo momento portato su open roaming 250 punti di accesso nell’area di Westminster.

Devo dire che la municità di Londra è stata molto collaborativa, sono molto soddisfatta del risultato e vediamo che ogni giorno crescono il numero di utenti che aderiscono a questa piattaforma.E quindi si può dire certamente che Londra sia diventato un caso, forse il caso più rilevante, anzi senza dubbio il caso più rilevante in Europa, uno dei più rilevanti al mondo e quindi pensiamo che possa fare da scuola anche per altre situazioni.

In giro per il mondo sicuramente, ma anche in Italia, ad esempio, a breve implementeremo la stessa modalità di accesso anche sulla città di Verona.

E.P.:

Molto bene.Ringrazio Giovanni Guerri per essere stato con noi, a presto buon lavoro.

G.G.:

Grazie 1000 a voi, buon lavoro.

G. G.:

Grazie a voi per l’invito.

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